{vimeo}355062032{/vimeo}
È la provincia di Salerno, in Campania, a risultare la più finanziata per quanto riguarda le pratiche presentate dalle imprese agricole nell’ambito della misura 4.1.1 del PSR Campania 2014-2020. In particolare la nostra provincia, nella quale ricade circa il 40% di tutta la superficie agricola totale regionale e dove si concentra la maggiore percentuale di occupati in agricoltura, risulta la più finanziata sia in termini di numero di aziende (circa il 46%) sia in termini di erogazioni (circa il 53%).
A livello regionale le provincie che hanno presentato più domande sono state dunque Salerno e Benevento, seguite da Avellino, Caserta e Napoli. Tuttavia, in termini di valore, la provincia di Salerno ha presentato progetti per oltre 211 milioni seguita da Benevento (circa 86,3 milioni), Avellino (circa 51,6 milioni), Caserta (circa 44,8 milioni) e Napoli (circa 3,6 milioni). In totale sono 1079 le pratiche ammissibili ai sensi della misura 4.1.1 del PSR Campania 2014-2020, di queste 231 sono risultate collocate in graduatoria ai fini del finanziamento di 84 milioni di interventi con un contributo di circa 63,5 milioni di euro. A livello regionale, restano non finanziate 849 aziende con progetti per 313 milioni circa ed un contributo di oltre 211 milioni. Dell’importo non finanziabile circa il 52 % riguarda la provincia di Salerno.
La Rete Rurale Nazionale evidenzia che in Campania al 31 marzo 2019, su una spesa pubblica complessiva pari a oltre un miliardo e 800milioni di euro, quella effettivamente sostenuta risultava essere pari a quasi 500 milioni. Molte misure del PSR risultano, ad oggi, poco gettonate pertanto sarebbe possibile, con una rimodulazione, il recupero dei fondi necessari per finanziare gli agricoltori rimasti fuori. La Cia Salerno fa sapere di essere attiva fin d’ora, di concerto con le aziende del territorio, per interloquire con la Regione al fine di trovare idonee soluzioni per far sì che tutti gli imprenditori agricoli possano avvalersi dei finanziamenti comunitari per il miglioramento delle loro produzioni.
Antonella D’ALTO