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Per quanto si tenti di trasmettere fiducia nel futuro ed in una prossima ripresa, i dati però restano sconfortanti e richiedono soprattutto iniziative serie e concrete. Ad avere la peggio i piccoli centri e i comuni periferici e distanti dalle città capoluogo di provincia e Regione. A preoccupare ulteriormente anche i dati presentati dalle camere di commercio regionali che parlano di numerosi esercizi commerciali chiusi nei primi mesi del 2016 in particolare nei centri storici e quindi nei piccoli borghi. Un dato prevedibile evidentemente dato che, già nel 2014, in Regione Campania, l’allora presidente Stefano Caldoro aveva insistito e puntato tutto sulla realizzazione di strategie per le Aree Interne, individuando diverse macro aree intorno al quale realizzare una strategia di sviluppo. Tra queste il Vallo di Diano, che aveva raccolto l’interesse e l’attenzione dei referenti della Regione e dell’allora presidente Caldoro che nell’analizzare il progetto, aveva individuato lo stesso come ideale per la candidatura del Vallo di Diano come seconda area pilota, dopo l’area dell’Alta Irpinia, a discapito di altre aree come il Cilento Interno e del Tammaro Titerno. Un progetto inteso proprio ad evitare lo spopolamento. Purtroppo alcune decisioni portano invece ad allontanare le aree interne dai capoluoghi e dai principali centri decisionali. Sotto accusa in particolare la soppressione delle province che Caldoro non ritiene necessaria mentre era più importante, in ottica di risparmio, secondo l’ex presidente della Regione, ridefinire i confini delle stesse regioni, lasciando però la possibilità alle province di intervenire. Anche al fine di offrire maggiore supporto proprio alle aree interne