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Tra le curiosità che possono caratterizzare una giornata di consultazioni elettorali una non è piaciuta ad alcune donne italiane che ieri, nel rinnovare il certificato elettorale, vi hanno trovato scritto accanto al proprio cognome da nubile quello del coniuge.
Il caso era stato sollevato già nei giorni scorsi quando erano state le elettrici residenti all’estero ad aver protestato per il doppio cognome. Da ieri la polemica è scoppiata anche tra chi vota in Italia. “Questo non è davvero un bel segnale” ha tuonato qualcuno leggendovi maldestri richiami alla famiglia tradizionale e manovre maschiliste in spregio ad anni di lotte e conquiste per la parità di genere.
In realtà il Ministero dell’Interno non ha fatto altro che riesumare una vecchia norma. Sulle modalità di rilascio, aggiornamento e rinnovo della tessera elettorale personale a carattere permanente, a norma dell’articolo 13 della legge n.120 del 30 aprile 1999 infatti “per le donne coniugate il cognome può essere seguito da quello del marito”. Nessuna delle donne pare lo abbia richiesto e quindi l’azione unilaterale del Ministero ha suscitato qualche perplessità.
La possibilità di inserire il cognome del marito dunque è prevista dalla legge ma il motivo per cui sia stata rispolverata e utilizzata in occasione di queste elezioni ancora non è dato saperlo. Il Viminale infatti non ha ancora fornito una spiegazione ufficiale.
Rosa ROMANO