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Aldo Bianchini, direttore de ilquotidianodisalerno.it lancia un duro affondo contro Domenica Ferrari, attuale assessore del Comune di Sala Consilina e l’ex sindaco di Sala Consilina, Gaetano Ferrari che di recente hanno inviato due lettere alle autorità del Vallo di Diano e alle testate giornalistiche. L’affondo del direttore de ilquotidianodisalerno.it è diretto all’attuale assessore asserendo: “parla di saga dell’inopportunità la Ferrari nell’accusare i vertici della giunta comunale di aver presenziato, inopportunamente, alla cerimonia per il riconoscimento che il sindaco di Sassano ha conferito al Procuratore della Repubblica; uno sfogo inutile ed offensivo. Sicuramente il messaggio sarebbe stato più efficace se l’assessore – tuona Bianchini – prima di pubblicizzare la lettera avesse rassegnato le dimissioni per poter difendere meglio il fratello dall’accusa di interruzione di pubblico servizio [..]Nei suoi panni, al gesto delle dimissioni, avrei aggiunto un resoconto dettagliato della mia attività politica di un anno per meglio far capire l’importanza della mia decisione; ma questo, mi rendo conto, sarebbe come aprire un libro del passato sul quale nessuno scrive più niente”. Poi Bianchini si chiede: “Come mai il sindaco in carica, Francesco Cavallone, non le abbia subito revocato la delega”. Poi il punto di vista del direttore Bianchini si fa ancora più interessante quando scrive: “dove stava l’assessora Mimma Ferrari e, soprattutto, dov’era il fratello Gaetano (allora sindaco) il 27 dicembre del 2011 quando nel corso di una “cena amarcord” Michele Marcone (per Sala C.) e Rosa Marino (per Lagonegro) firmavano il patto scellerato di rimettere tutto nelle mani del ministro Severino. E se il sindaco non era presente era certamente a conoscenza di quanto si andava facendo, altrimenti qualche mese dopo non avrebbe avallato con apposita delibera di giunta il patto scellerato siglato dai presidenti dei due Fori”. Poi Bianchini si chiede: “che senso ha avuto la missione dell’allora vice sindaco Luigi Giordano a Potenza e quale senso ha avuto la contemporanea presenza del sindaco e del presidente del Foro alle varie manifestazioni fino a quel “triste giorno” della contestazione, sciocca e immotivata, contro il Procuratore”. Bianchini ritiene che la “saga dell’inopportunità” è costituita proprio dalle lettere dei fratelli Ferrari perché il Procuratore Vittorio Russo qual giorno davanti al Tribunale ha esercitato un’azione “giusta e doverosa a difesa della legalità”. Infine la stoccata finale: “Com’è strana la politica; per l’assessore Michele Santoriello che sparò a zero su Giuliana Sgrena in tanti chiesero le dimissioni anche se il fattaccio non riguardava direttamente la giunta; qui che vengono brutalmente messi in discussione i vertici della giunta tutti tacciono, almeno ufficialmente. Gentile assessora Ferrari – conclude Bianchini – la colpa della chiusura del Tribunale non è del Procuratore, e men che meno di Pellegrino, ma della insipiente politica del Vallo di Diano a cominciare proprio da Sala Consilina”.