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martedì, 5 Dicembre, 2023
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    Fondi per l’infanzia. Ancora disparità Nord – Sud nel triennio 2017 – 19

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    Il Ministero dell’Istruzione ha ripartito ben 209 milioni di euro per potenziare il sistema d’istruzione per l’infanzia in Italia nel triennio 2017-19 destinato alla fascia di bambini 0-6 anni. Un riparto che, come riporta l’edizione odierna de “Il mattino” evidenzia ancora una volta la disparità nord-sud. L’esempio lampante è la differenza tra quanto si assegna per ogni bambino in Emilia Romagna, 90 euro, e quanto per un bambino in Campania, 43 euro. “Un’offesa ai diritti dell’infanzia, un calcio ai principi d’uguaglianza e una violazione neppure ben nascosta della legge – evidenzia il Mattino”. Il Centronord, dove risiedono il 65,52 dei bambini, si accaparra il 74,23% delle risorse mentre al Sud dove risiedono il 34,48 dei bambini solo il 25,77 % delle risorse con la Campania che risulta la più penalizzata visto che “è seconda per numero di piccoli e appena settima per risorse assegnate”. Il riparto del Ministero è stato approvato dalla Conferenza unificata degli enti locali dello scorso 2 novembre e – si legge su “Il mattino” – “le istituzioni dei territori meridionali ancora una volta non hanno brillato per capacità di difendere gli interessi dei cittadini che vanno a rappresentare”. Le parole del sottosegretario Vito De Filippo “stiamo costruendo […] percorsi di crescita eguale su tutto il territorio, a partire dall’infanzia” stridono con la realtà che vede, altro esempio, per un bambino lucano assegnati 51 euro a fronte dei 103 per ogni bambino della Valle d’Aosta. Nel lungo focus si analizza come il ministero avrebbe considerato il solo parametro dove il Sud ha risultati più consistenti del Nord: le materne statali. Ignorando tutti gli altri, in particolare la fascia 0-3 anni che tra Nord e Sud presenta squilibri legati alla carenza di asili nidi nel mezzogiorno. Altra violazione – secondo “Il Mattino” – riguarda l’articolo 12 il cui principio ispiratore è chiaro: “non è logico assegnare risorse aggiuntive a territori che hanno già cospicue entrate fiscali proprie, mentre le risorse vanno concentrate nelle aree dove il gettito fiscale, anche alzando le aliquote al massimo, non è sufficiente a pagare i servizi per l’infanzia”. Un principio di riequilibrio che avrebbe favorito le famiglie del Mezzogiorno, ma che è sparito del tutto nei conteggi del Miur e voilà che il divario Nord-Sud permane. 

     

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