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Appena un mese fa veniva pubblicato il rapporto SVIMEZ che evidenziava dati impietosi per il mezzogiorno paragonato alla Grecia in piena crisi e definito anche in una condizione ben peggiore dello Stato Ellenico. A distanza di un mese vengono pubblicati invece i dati ISTAT che invece parlano di ripresa, seppur minima, nel secondo trimestre del 2015. Secondo l’ISTAT sembra che si sia registrato un aumento del PIL dello 0,6% con un tasso di disoccupazione che si è abbassato di oltre 2 punti percentuali a luglio rispetto al precedente dato di giugno. Insomma l’ISTAT, a differenza dello SVIMEZ, lancia messaggi positivi per una leggera ripresa che interesserebbe anche il mezzogiorno d’Italia. Anche Istituto di Statistica resta però cauto sul cambio di rotta del Sud confermando che comunque i dati fanno registrare una certa stabilità in riferimento alla disoccupazione che resterebbe sostanzialmente invariata rispetto ad una diminuzione della percentuale per il nord e ad un leggero aumento per il centro. La percentuale di disoccupati nel sud Italia resta quindi intorno al 20%. A migliorare i dati del secondo trimestre è il mese di luglio che fa registrare una aumento dell’occupazione in particolare delle donne e degli over 50 nelle regioni del sud Italia. Dati che restano comunque molto bassi ma che però lasciano ben sperare, in particolare il Governo che si è subito attivato per far si che la popolazione potesse conoscere i dati dell’ISTAT che sono decisamente più favorevoli rispetto al rapporto presentato da SVIMEZ che invece evidenziavano una crescita del Sud quasi inesistente negli ultimi anni. Il premier Matteo Renzi, infatti, come ormai d’abitudine, attraverso il suo profilo twitter pubblica il video messaggio del paese con le parole a corredo che parlano di riforme che funzionano. Non tutti sono comunque d’accordo con l’euforia del Premier Renzi e del ministro Padoan che intravedono nei dati dell’ISTAT la crescita tanto auspicata. I sindacati, Confindustria e anche diversi economisti infatti fanno notare come i numeri positivi presentati dall’Istituto di Statistica non sono sufficienti per affermare che le riforme attuate dal Governo siano state efficaci