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giovedì, 30 Novembre, 2023
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    Pensioni di Reversibilità, assegno condizionato al reddito ISEE?

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    Pensioni di reversibilità a rischio. Nuova accusa al governo Renzi che si difende sostenendo che tale ipotesi non è al vaglio. Intanto però si fa sempre più insistente la voce che vedrebbe, nella nuova legge sulle pensioni effettuare un taglio deciso agli assegni percepiti dai familiari del pensionato deceduto. Secondo quanto emerso sembra che il governo Renzi stia pensando di riconoscere l’assegno di reversibilità agli eredi in base al reddito ISEE che, come ben sappiamo, calcola come reddito anche i beni immobili. Un provvedimento che, secondo il governo, giunge al fine di evitare duplicazioni e sprechi di denaro che saranno invece destinati alla lotta alla povertà. Non sono tranquilli i sindacati e le opposizioni del governo che continuano a mantenere alta l’attenzione sulla vicenda, e si mostra decisamente contrario anche il presidente della commissione lavoro Cesare Damiano che ritiene il provvedimento inaccettabile.  Le voci sono unanimi e da parte di tutti vi è il forte timore che il governo intenda far cassa intervenendo sulle pensioni che spesso sono le uniche fonti di reddito reali per gli anziani. Non essendo stati ancora resi noti i parametri relativi al reddito ISEE per il taglio della pensione di reversibilità, era prevedibile l’infiammarsi di una polemica politica su questo tema. A preoccupare le parti politiche sono in particolare il rischio che, come detto, facendo capo al reddito ISEE vedove che nella loro vita sono state sempre casalinghe o figli conviventi e disoccupati, si ritrovano senza pensione e quindi senza alcuni sussidio per aver ereditato beni immobili che non consentono di assicurare un’entrata reale economica. Dal governo arrivano smentite ma pochi chiarimenti sul metodo in cui intendono intervenire. Si infiamma invece il dibattito tra le forze politiche con sindacati, e partiti che, attraverso i loro portavoce attaccano il governo con un coro unanime. Mentre dal governo fanno sapere che il provvedimento andrebbe ad interessare solo le future assegnazioni resta alta l’attenzione. I dati resi noti in merito al risparmio che il governo potrebbe ottenere dal taglio delle pensioni di reversibilità lasciano pensare ad un provvedimento che in termini di entrate e risparmio da parte dello stato è decisamente ridotto. I dati resi noti parlano di 180 mila pensioni erogate nell’anno 2014/2015 per un importo mensile medio di 650 euro. Un risparmi che, secondo le parti politiche non giustifica il provvedimento dato che le pensioni di reversibilità al momento versate in Italia sono già in numero ridotto. Bisognerebbe chiaramente anche conoscere bene le pensioni di reversibilità dei parlamentari e se anche tali pensioni saranno soggette allo stesso trattamento con la riduzione e i tagli riconosciuti in base al reddito ISEE. Infatti l’Articolo 8 dello schema del regolamento delle pensioni ai parlamentari riconosce ai superstiti il diritto al percepimento della pensione di reversibilità riconosciuta al parlamentare che abbia esercitato il mandato di parlamentare per 5 anni con il corrispettivo assegnatogli che viene ricalcolato ogni anno in base all’indice ISTAT dei beni al consumo.  

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