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Solo il 32% degli italiani si è recato alle urne per esprimere il suo parere sul Referendum abrogativo definito “anti trivelle”. Una affluenza bassa che ha coinvolto anche la provincia di Salerno e tutto il Vallo di Diano dove in nessun comune si è raggiunta il 50% +1 degli aventi diretti. Numeri negativi che il Comitato “Vallo a difendere” imputa all’inerzia di tutte le amministrazioni locali “nel diffondere con forza e convinzione la necessità di salvaguardare […] le prerogative ambientali del nostro territorio”. Nella nota “il Comitato chiede a tutti gli amministratori del Vallo di Diano immediate dimissioni dalle loro cariche […] per affrontare, con una rinnovata classe dirigente, un’imminente stagione di strenua lotta contro le compagnie petrolifere” che – secondo il Comitato – “vengono rafforzate da questo primo risultato, ottenuto anche grazie all’invito al non voto da parte di un premier da molti osannato – localmente – e preso ad esempio come “rottamatore”. Inoltre, le stesse compagnie petrolifere potrebbero, da domani, arguire che la maggioranza dei cittadini del Vallo di Diano non sono contrari alle prospezioni (in mare, in terra e in ogni luogo). Il voler rimanere abbarbicati alle poltrone di amministratori – prosegue il Comitato – pone a serio rischio il futuro di questo territorio”. Infine l’affondo agli amministratori locali: “Avete già tolto tanto, cari amministratori, al Vallo di Diano (vedi sanità, acqua pubblica, trasporti pubblici, giustizia, servizi, sicurezza stradale, etc…). Adesso, per favore, togliete definitivamente il disturbo per fare spazio a una classe politica non succuba del potere centrale e sganciata dalle perverse logiche di appartenenza ai partiti di (s)governo che hanno tanto danneggiato il Vallo di Diano in questi ultimissimi anni”.