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Un forte dissenso all’ipotesi di riforma del credito cooperativo arriva anche dalla BCC di Buonabitacolo ed in particolare dal direttore Angelo De Luca che si dice contrario soprattutto perché una tale ipotesi di riforma potrebbe arrecare un danno incalcolabile in particolare per le economie delle piccole e medie imprese. Dopo l’allarme lanciato dal direttore generale della Banca Monte Pruno Michele Albanese e la successiva indizione a Leno (BS) di un incontro promosso dalla Cassa Padana proprio sul tema, arriva anche il commento del Ddirettore della BCC di Buonabitacolo che attacca duramente la proposta di riforma su cui sta lavorando il Governo Renzi che spinge per la realizzazione di un modello federale del credito cooperativo con una banca capogruppo che dovrebbe dettare ed esercitare i poteri di indirizzo e tutte le BCC legate alla holding capofila. Una riforma quella dell’esecutivo che è appoggiata anche dalla Banca d’Italia e dal tesoro, nonostante porti alla chiusura dell’esperienza maturata dai 379 istituti di credito cooperativo con oltre 1,2 milioni di soci e l’importante valore riconosciuto anche dai dati ISTAT di unici istituti di credito in grado di apportare ossigeno all’economia italiana fortemente provata. “Non siamo assolutamente d’accordo alle modifiche del sistema cosi come vengono prospettate; – dichiara con forza il direttore della BCC di Buonabitacolo Angelo De Luca – ci sarebbe un danno incalcolabili per le piccole e medie imprese ed anche per le famiglie. Occorre evidenziare che noi sosteniamo il 25% del credito per queste categorie che rappresentano la colonna portante dell’intera economia italiana”. De Luca evidenzia anche che le BCC pur in un’ottica di sana e prudente gestione, mettono in stretta relazione l’aspetto qualitativo, vale a dire la conoscenza personale delle famiglie, degli imprenditori, delle aziende, a quello quantitativo dato dai numeri, da Basilea e dai rating, che in molti casi inibirebbero l’accesso al credito alle stesse categorie di operatori economici. “La riforma snaturerebbe tutto ciò – ha aggiunto De Luca – si perderebbe il contatto diretto e costante con il territorio a danno dell’economia reale. Certo non ci preoccupa il confronto; vengano pure professionalità ad affiancarci, ma non ci facciano perdere la nostra autonomia. Sappiamo che ci sono tante criticità anche nel nostro mondo; le sofferenze sono aumentate perché la crisi ha messo in ginocchio tante attività. Abbiamo perso dei soldi non perché abbiamo investito in derivati, come le grosse banche, ma perché hanno chiuso tante attività che abbiamo sostenuto” ha continuato De Luca non lesinando critiche alla politica nazionale “Se il governo volesse fare un discorso serio e non dire solo castronerie dovrebbe intervenire per fare in modo che il sistema BCC ceda le partite anomale con un finanziamento del 50% di questo comparto; cosi potremmo fare una cessione pro-soluto tombale e si libererebbero enormi risorse per continuare a sostenere l’economia reale e far ripartire il Paese. Certo, noi non ci nascondiamo dietro un dito, e quelle BCC che non hanno operato in maniera attenta ed hanno una percentuale di partite anomale superiore al 20% è giusto che perdano la loro autonomia e vengano assorbite da altre BCC più virtuose. Un’ipotesi che probabilmente porterebbe alla riduzione del numero di un 20% ed è giusto che accada, ma non facciamo di tutta l’ erba un fascio. E’ un peccato che debba sempre pagare il giusto per il peccatore. Non buttiamo a mare decenni di nostri sacrifici, noi che abbiamo sempre considerato le nostre aziende come un fine e mai come un mezzo. Se ci deve essere una riforma,- conclude piccato il direttore della BCC di Buonabitacolo Angelo De Luca – allora che tenga presente queste esigenze e non spari nel mucchio altrimenti a mali estremi , estremi rimedi”