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domenica, 26 Marzo, 2023
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    Riforma Scuola. Lo sciopero del 5 maggio sposta le prove invalsi

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    La Riforma della Scuola voluta dal governo Renzi non piace a nessuno. Ai sindacati, ai docenti e a tutti i lavoratori del mondo della scuola con la sola eccezione dei dirigenti scolastici. Quest’ultimi avranno poteri illimitati di nominare chi vogliono quando vogliono, i fondi della scuola la cui spesa prima era concordata con le Rsu, diventano materia esclusiva dei dirigenti, i premi non andranno agli insegnanti che fanno bene il proprio mestiere e che aiutano i ragazzi a formarsi, ma a chi farà attività aggiuntive nella scuola, attività che nulla avranno a che fare con l’insegnamento. Insomma il dirigente scolastico sarà il deus ex machina che deciderà su tutti. Tra gli altri punti c’è la richiesta degli insegnanti al governo di affrontare la questione precari: la stabilizzazione promessa dal Governo Renzi non è ritenuta sufficiente e coinvolge solo una piccola parte dei precari del sistema scuola. L’elaborazione di un nuovo piano di assunzioni e la risoluzione delle problematiche relative alla graduatorie sono fondamentali per assicurare stabilità e continuità sia per gli insegnanti che per gli studenti, senza inoltre sottovalutare le reali necessità in termini di personale dei singoli edifici scolastici. Altra questione chiave è quella del rinnovo dei contratti, in particolare l’adeguamento dei salari che non viene eseguito dal 2008. Per finire, non bisogna poi dimenticare quello che viene definito da parte di professori e professoresse come eccessivo potere fornito ai dirigenti scolastici che attualmente hanno la possibilità di selezionare gli insegnanti da assumere nella propria scuola. Questi sono solo le principali tematiche che la scuola italiana intende affrontare facendo sentire la propria voce e facendo valere le proprie richieste con lo sciopero generale del 5 maggio 2015. Il governo teme questo sciopero e per questo motivo ha deciso di rinviare le prove invalsi in programma il prossimo 5 e 6 maggio,  al 6 e 7 maggio. «Un campione statistico non adeguato – spiega l’Invalsi – renderebbe non attendibili i risultati delle prove che, da molti anni, vengono utilizzati da organismi nazionali e internazionali (Ministeri, Università, Agenzie di gestione dei fondi europei, Regioni, associazioni impegnate sul recupero scolastico, ecc)». A questo si aggiunga il «notevole danno economico conseguente alla mancata utilizzazione dei somministratori esterni» conclude l’ente.

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