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L’acquisto da parte dell’amministrazione comunale di un appartmaneto al secondo piano del condominio di Via Macchia Italiana da adibire a uffcio del Piano di Zona S4 comincia a far registrare malcontento soprattutto tra gli stessi condomini. Già oggetto di contestazioni in consiglio comunale dello scorso novembre ora i residenti partono all’attacco contro la delibera che aveva visto l’approvazione da parte dei soli consiglieri di maggioranza guidata dal sindaco Francesco Cavallone. Con una nota polemica e decisa i condomini rappresentati da Antonio Falese fanno sapere di essere pronti alla battaglia contro la decisione di trasferire i servizi del Piano Sociale nel condominio andando a minare la tranquillità e la serenità degli stessi e sconvolgendo quindi lo status quo del condominio attaccando duramente l’amministrazione Cavallone. Sul Bando pubblicato era previsto l’acquisto di un immobile ubicato nel centro del paese, servito da mezzi pubblici, assenza di barriere architettoniche. Nello stesso bando era prevista l’apertura di uno sportello immigrati da realizzare all’interno dell’immobil. Ad alimentare la rabbia dei condomini sembra sia stata la volontà da parte dell’amministrazione di trasferire la sede dell’ufficio del Piano di Zona da Via Mezzacapo, dove è attualmente ubicata, presso il condominio di Via Macchia Italiana come confermato, anche dal dottor Antonio Florio. “La decisione adottata dal Comune –sottolinea Antonio Falese, residente nel palazzo e portavoce dei condomini- è totalmente contro legge. Va a contrastare in primis con quanto scritto a chiare lettere negli atti di acquisto degli appartamenti da parte dei condomini del palazzo. Tanto è ribadito anche nel regolamento condominiale consegnato a tutti in sede di stipula degli atti notarili, pertanto vincolante salvo modifica da parte di TUTTA l’assemblea condominiale, che ovviamente è contraria ad una modifica e all’apertura del condominio al pubblico”. Nel regolamento condominiale, che viene consegnato al momento della stipula dell’atto notarile, infatti, si legge che è fatto divieto l’utilizzo degli appartamenti per uso diverso da civile abitazione così come è vietato destinare gli immobili a qualsiasi uso che possa minare la tranquillità dei condomini o sia contraria alle norme di igiene e di decoro urbano. “Si violano i nostri più elementari diritti – continua Falese- ma le nostre obiezioni anziché essere ascoltate hanno ricevuto solo un arrogante alzata di spalle dell’amministrazione comunale: ovviamente in ballo non ci sono le loro case e le loro famiglie. Il Comune vuole utilizzare un appartamento acquistato per civile abitazione per “sgravare” il fitto di un ufficio aperto al pubblico, in contrasto con quanto previsto dal bando del finanziamento ministeriale”. Il trasferimento è previsto per il 1° luglio e nella stessa data i condomini annunciano che presenteranno ricorso contro il comune per violazione al regolamento condominiale. “La lotta si preannuncia lunga e dura contro l’arroganza dei potenti, – spiegano i condomini – ma siamo determinati a far valere i nostri diritti nelle sedi competenti e a rendere pubblico l’abuso subito dall’amministrazione comunale e dal Piano Sociale di Zona. Suggeriamo al Sindaco – prosegue ancora Antonio Falese – di disporre il trasferimento degli Uffici del Piano Sociale di Zona nei numerosi locali (vuoti) presenti nell’ex Palazzo di Giustizia, e di effettuare le opportune verifiche amministrative in ordine ad un acquisto effettuato in maniera così incauta. Gli amministratori vengono eletti per tutelare i diritti dei cittadini, e mai avremmo pensato di doverci difendere dalla loro prepotente incompetenza. Questa –conclude – è una vera e propria invasione di campo nelle nostre vite, con pesanti conseguenze prima di tutto psicologiche sulla sicurezza e sulla tranquillità delle nostre famiglie. Si tratta di un abuso particolarmente devastante, perché va a sconvolgere le certezze da noi faticosamente costruite. Colpendo l’oggetto sul quale abbiamo investito i nostri sacrifici: la nostra abitazione”.