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Sono trascorsi ormai 6 giorni da quando un ragazzo ospite del centro di accoglienza di San Rufo è scomparso e di cui non si hanno più notizie nonostante l’intensificarsi delle ricerche con i carabinieri, volontari e cittadini che sono al lavoro per rintracciarlo. Pare che il giovane, minore non accompagnato, soffrisse di problemi psichici che lo costringevano ad assumere con regolarità farmaci. La sera della sua scomparsa era stato sottoposto a nuova visita con lo psichiatra che pare avesse appurato come il giovane non assumeva con regolarità le medicine. Da qui era stato deciso per il trattamento sanitario obbligatorio e la richiesta dell’intervento dei sanitari del 118. All’arrivo dell’ambulanza il giovane scappa. Era la sera del 30 novembre. Da allora non si sa più nulla di lui nonostante le intense attività di ricerca che vengono portate dai carabinieri con l’ausilio dei volontari della protezione civile. Da ieri poi le ricerche sono state intensificate con la richiesta dell’intervento anche delle unità cinofile. Nonostante ciò del giovane si sono completamente perse le tracce anche se, come spiegato da Giuseppe Vitolo coordinatore del Vallo di Diano di Noi Con Salvini, si suppone che il ragazzo possa essere ancora in zona in quanto il suo abbigliamento decisamente leggero e composto semplicemente da un pantaloncino ed una maglietta non gli avrebbero consentito di allontanarsi troppo dal paese. Le ricerche intanto continuano tra l’apprensione generale ora anche per le sorti del giovane viste le temperature gelide di questi giorni. “Avevamo più volte evidenziato – spiega Giuseppe Vitolo – la necessità di essere prudenti nell’apertura dei centri di accoglienza. La gestione di queste persone merita un’adeguata preparazione per evitare che possano insorgere situazioni incresciose come questa che, sfortunatamente si è venuta a creare. Maggiore preparazione e attenzione peraltro – continua Vitolo – andava utilizzata avendo come ospite un giovane con gravi problemi psichici dovuti ad una vita drammatica e alla perdita di persone di riferimento come la madre e la sorella. Questo giovane, essendo già sofferente, meritava in quanto essere umano, maggiore attenzione, cura, amore e affetto per aiutarlo a ristabilirsi. Vicinanza e sentimenti – conclude Giuseppe Vitolo – che se adeguatamente somministrate, avrebbero impedito il verificarsi di tale incresciosa situazione”