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venerdì, 31 Marzo, 2023
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    Tribunali, via libera della Corte di Cassazione alla proposta referendum-bis per l’abrogazione della riforma della geografia giudiziaria

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    Via libera della Cassazione al referendum per richiedere l’abrogazione della legge di Riforma della Geografia Giudiziaria. Si continua quindi a lavorare su più fronti per cercare di cancellare gli effetti di una riforma che ha visto la cancellazione di centinai di presidi giudiziari tra tribunali minori, procure e sedi distaccate. La flebile fiammella di speranza di veder riaperte le porte di Tribunale di Sala Consilina, riaccesa grazie al disegno di legge promosso da 21 senatori  lo scorso 15 ottobre, viene ulteriormente alimentata dalla decisione della Corte di Cassazione che ha dato il via libera al Referendum Bis presentato dalle regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia e dai comitati pro tribunale.

    Ora però il referendum deve nuovamente passare attraverso al Corte Costituzionale che lo scorso gennaio aveva dichiarato inammissibile il quesito referendario. Le 5 regioni, in questo quesito Bis, hanno eliminato le storture che avevano precedentemente portato la consulta ad esprimersi negativamente sull’indizione del referendum.  «Il via libera della Cassazione riaccende la speranza di cancellare una legge a dir poco discutibile – commenta Fabiana Contestabile, presidente del comitato pro-referendum sulla geografia giudiziaria – e di non vedere deluse le aspettative dei territori privati dei loro presidi di legalità. Ora guardiamo con fiducia alla Corte Costituzionale chiamata a dire l’ultima parola sulla nostra sacrosanta richiesta di far pronunciare, come prevede la Costituzione Italiana, il popolo sovrano». Tre i quesiti proposti in questo Referendum Bis con la Campania rappresentata da Angelo Marino e la Basilicata da Francesco Mollica.

    Con il primo quesito si chiede l’abrogazione delle disposizioni relative alla soppressione di trenta tribunali ordinari, delle corrispondenti Procure della Repubblica, nonché delle duecentoventi sezioni distaccate dei tribunali ordinari. Il secondo quesito riguarda l’abrogazione delle disposizioni relative alla soppressione di trenta tribunali ordinari e delle corrispondenti Procure della Repubblica. Il terzo: l’abrogazione delle disposizioni relative alla soppressione dl trenta tribunali ordinari e delle corrispondenti Procure della Repubblica, nonché l’eliminazione della mancata previsione nell’ordinamento giudiziario dei circondari dei tribunali soppressi. Un eventuale parere favorevole della Corte Costituzionale con conseguente indizione del referendum popolare con la parola data ai cittadini, potrebbe ristabilire l’attività giudiziaria anche nel Vallo di Diano

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