A distanza di 10 anni dalla morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro deceduto a seguito di un Trattamento Sanitario Obbligatorio presso il reparto di Psichiatria dell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania, arriva una lettera confessione di un infermiere in servizio presso il reparto all’epoca dei fatti che ammette gli errori e chiede scusa ai familiari. Nell’agosto del 2009 il maestro di Castelnuovo Cilento, ricoverato per il TSO, secondo quanto corso del procedimento penale a carico di 6 medici e 11 infermieri tutti condannati, subiva maltrattamenti rimanendo legato mani e piedi al letto senza essere alimentato nè idratato. Uno degli infermieri Nicola Oricchio a 10 anni dai tragici fatti scrive una lettera di cordoglio elogiando il coraggio e la forza della famiglia nel cercare di far valere i diritti di giustizia e verità sul caso. “Durante quei giorni – si legge nella lettera pubblicata sul quotidiano Il Mattino – ÂÂ furono commessi una catena di errori ed una serie ininterrotta di reati gravissimi nei quali prevalsero l’inerzia, la sciatteria e il lassismo. Fu sconfitta l’umanità della parola rinunciando al compito di una psichiatria umana e civile”. Nello scritto l’ex infermiere, elogiando l’impegno della famiglia a far luce sulla vicenda per rendere giustizia al congiunto e per far si che casi simili non si verificassero più, denuncia come purtroppo la morte di Francesco Mastrogiovanni ad oggi si rivela inutile perché nei reparti di psichiatria degli ospedali italiani, tuttora gli utenti ricoverati in trattamento sanitario obbligatorio continuano a morire a causa della contenzione meccanica
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