Commercio, a settembre oltre 400 imprese salernitane chiudono. Il commercio si arrende

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L’emergenza Covid non è solo un problema di salute ma anche un problema economico che è evidente dai dati relativi al numero delle imprese del territorio provinciale. Dal registro della Camera di Commercio emerge la resa del commercio. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Mattino, analizzando i dati emersi dalla fotografia dello stato dell”attività di impresa sulla provincia salernitana nel solo mese di settembre, oltre 400 imprese hanno alzato bandiera bianca, arrendendosi alla crisi e optando per la cessazione della propria attività.

Nel conteggio definitiva legato ai soli 30 giorni di settembre 420 imprese operanti nell’area della provincia di Salerno che va da Sapri, ultimo comune a sud del territorio provinciale fino a Scafati a Nord, hanno abbassato le saracinesche. Proprio nel momento in cui si sperava nella ripresa e prima dell’inizio della nuova ondata di covid e, di conseguenza delle nuove norme restrittive, le imprese salernitane avevano già deciso di chiudere facendo registrare un incremento, rispetto al mese di agosto dello 0,3% dello stop alle attività. Dai dati del registro delle Imprese della Camera di Commercio viene fuori anche un quadro chiaro delle attività che più di ogni altro hanno voluto tirare i remi in barca con il settore del commercio che perde il maggior numero di negozi.

134 le attività commerciali al dettaglio o all’ingrosso che hanno optato per la cessazione dell’attività. Un altro settore fortemente in crisi è quello della ristorazione e di alloggio con circa 50 attività che hanno rinunciato nel solo mese di settembre. Male anzi malissimo anche le attività di servizi alla persona come estetisti e parrucchieri, palestre e piscine, centri benessere 22 delle quali presenti in tutta la provincia di Salerno che hanno chiuso i battenti nel solo mese di settembre. Chiuse anche agenzie di viaggio, agenzie immobiliari, agenzie assicurative e finanziarie senza dimenticare poi le numerose attività in grande sofferenza operanti nei settori dello spettacolo e della cultura.

Insomma un quadro desolante se si pensa che i dati ufficializzati si riferiscono al mese di settembre, ossia ad un periodo in cui la fiducia si era leggermente risollevata e si sperava in una riprese. Situazione ben diversa rispetto al mese di ottobre e novembre dove, l’emergenza Covid, è tornata a far paura e dove i provvedimenti di Governo e Regione impongono nuove restrizioni e quindi ancora sacrifici.

Anna Maria CAVA

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