Con il 34,1% di Neet la Campania si guadagna un primato che non ha nulla di edificante. Sono troppi in tutta Italia i giovani che suono fuori da qualsiasi percorso di lavoro, istruzione, formazione. È il Paese che ne ha più di tutti nell’Ue: 3 milioni secondo l’Istat nella fascia di età 15-34 anni, più di un terzo nel Mezzogiorno dove la Campania guida la classifica con Sicilia, Calabria e Puglia.
Sono donne il 50% dell’esercito di giovani che non studiano né lavorano. Dati pressoché stabili da alcuni anni. Nel Sud, in particolare, il fenomeno riguarda ormai una fascia di popolazione di età sempre più avanzata e di entità senza paragoni nel panorama europeo. In Europa la media è 13,1% mentre la media nazionale è 23,1%, una divario importante rispetto alla percentuale di Neet in Campania. Le altre nazioni europee sono ben distanti: alle spalle dell’Italia si colloca la Romania (20,3%), la Bulgaria (17,6%) e la Grecia (17,3%), più distanti i Paesi Bassi e la Svezia rispettivamente 5,5% e 6%.
Dai dati emerge tra l’altro che i Neet sono per il 56% donne e la prevalenza femminile resta invariata negli anni. Le disuguaglianze di genere si riproducono anche osservando i ruoli in famiglia: il 26% sono genitori e vivono fuori dal nucleo familiare di origine, tra questi c’è un’ampia differenza tra donne e uomini che vede un 23% di madri Neet rispetto ad un 3% di padri. C’è una tendenza ad essere inattivi soprattutto tra i diplomati (32%) o con un titolo di studio minore (16%). Rispetto ai disoccupati (coloro che cercano regolarmente un lavoro) il dato preoccupante è relativo al tempo: il 36,3% dei disoccupati è in cerca di un lavoro da più di un anno, quasi 1 su 2 ha avuto precedenti esperienze lavorative e tra questi il 54,3% è donna.