Roccadaspide, Auricchio sul piede di guerra per difendere l’ospedale

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Ancora polemiche sulla situazione dell’ospedale di Roccadaspide. La soluzione proposta da Vito Sparano della Uil di spostare medici a Eboli non è piaciuta al vicesindaco Girolamo Auricchio che ora è sul piede di guerra.

“Solo adesso si ricordano che esiste il Dea tra i nosocomi di Eboli, Battipaglia e Roccadaspide. Nel 2018,  all’istituzione del Dea, non ha fatto seguito alcuna programmazione per riorganizzarli alla nuova e più importante articolazione sanitaria. Oggi abbiamo tre ospedali, più quello di Oliveto Citra, che erogano le stesse prestazioni e in questi quattro anni il nosocomio rocchese non ha ricevuto alcun supporto ma veniva passivamente concesso il trasferimento di 11 medici in modo illegittimo e senza alcuna compensazione. E dal 3 maggio i reparti di Medicina e Lungodegenza, unitamente all’ortopedia, non effettuano ricoveri.

“Da Eboli nessuno si è preoccupato dei nostri reparti ridimensionati. Quello di Roccadaspide è l’unico ospedale autorizzato al funzionamento di tutte le sale operatorie perché le nostre sono a norma, mentre ad Eboli non è così, quindi Sparano sta chiedendo di chiudere la Chirurgia di Roccadaspide per operare i pazienti in un ospedale con sala operatoria non a norma. I soldi per risolvere molti problemi ci sono: basterebbe che la direzione del Dea acquistasse le attrezzature elettromedicali, ci sono sei milioni di euro ancora disponibili. Chiudere Roccadaspide è da incoscienti in quanto l’ospedale rappresenta l’unica speranza di salvezza per gli utenti delle aree interne. Ad Eboli pensino ad attivare la risonanza magnetica comprata nel 2018 e a Battipaglia ad attivare la Tac comprata oltre un anno fa e ancora non funzionati invece di pensare a ridimensionare ancora l’ospedale di Roccadaspide su cui grava anche la situazione del centro trasfusionale chiuso dal 15 dicembre scorso”.

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