Percepiva contributi per la promozione di tecnologie innovative in ambito energetico e di sviluppo sostenibile, pur non spettandogli. La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno che ha dato esecuzione, nei giorni scorsi, ad un decreto di sequestro conservativo “ante causam” di denaro e beni confermato in sede cautelare con ordinanza del Giudice designato, a danno di una società salernitana per 800 mila euro.
Le fiamme gialle di Salerno, a seguito attente indagini, hanno scoperto l’inganno della società che producendo energia da fonti tradizionali, aveva invece fatto risultare che la stessa veniva prodotta da fonti rinnovabili, ottenendo così contributi che non gli spettanti. Dalle indagini effettuate dalle Fiamme gialle del Gruppo di Salerno sotto la direzione della Procura Regionale per la Campania – Corte dei Conti, riguardanti illeciti legati alla produzione di energia elettrica da fonti alternative, sono emerse alcune anomalie documentali relative all’impianto installato dall’impresa, ammessa dal Gestore per i servizi energetici alla tariffa agevolata detta “Feed-in premium”.
Nello specifico l’agevolazione rappresenta un sistema adottato in Italia per l’incentivazione del fotovoltaico, che riconosce al titolare dell’impianto a fonte rinnovabile un premio, per la durata di 20 anni, sul prezzo dell’energia elettrica prodotta, a prescindere dalla modalità d’impiego quindi indipendentemente se l’energia prodotta venga immessa nella rete oppure utilizzata per l’immediato auto-consumo. Dall’esame della documentazione acquisita, è stato ricostruito dai militari, in maniera puntuale, il funzionamento dell’apparato sin dal momento della sua installazione, facendo emergere come la società, negli anni dal 2011 al 2017, aveva fatto artificiosamente risultare di origine fotovoltaica un’energia derivante, in realtà, da fonti tradizionali diverse.
I Finanzieri hanno così smascherato il meccanismo fraudolento, accertando un surplus di produzione rispetto ai quantitativi effettivamente riconducibili alla fonte alternativa e che aveva consentito alla ditta di aggiudicarsi indebitamente un finanziamento per oltre 800.000 euro ai danni del Gestore.